
non ricordo la prima pietra
ma quella che poi fu chiave di volta
di questa cattedrale costruita sull’argilla
e quel sussulto che l’ha buttata giù.
Immagine: Anselm Kiefer, Tikkum, 2004.
Continua a leggere “Chiave di volta”non ricordo la prima pietra
ma quella che poi fu chiave di volta
di questa cattedrale costruita sull’argilla
e quel sussulto che l’ha buttata giù.
Immagine: Anselm Kiefer, Tikkum, 2004.
Continua a leggere “Chiave di volta”La Bibbia non è tanto il libro che celebra il Nome, ma un manuale che fa accedere ai nomi.
Pangea, 5 gennaio 2011
Continua a leggere “Paul Celan, la Quabbalah e la traduzione”di Mariangela Gualtieri
C’è nel mattino – sarà
per quella luce – una sottile ebbrezza
sarà per la bellezza
degli inizi – quella promessa
che sempre si nasconde
quando s’avvia un nuovo
qualche cosa.
Sarà il bello
di cominciare
con tutta l’energia rappresa
ancora intatta in gocce
tutta sospesa sopra il fare nostro.
da Quando non morivo, Einaudi, 2019
di Margart Atwood
How quickly we’re skimming through time,
leaving behind us
a trail of muffin crumbs
and wet towels and hotel soaps
like white stones in the forest.
But something’s eroded them:
we can’t trace them back
to that meadow where we began so eagerly
with the berry-filled cups, and the parents
who had not yet abandoned us
to take their chances in the ground.
di Pablo Neruda
Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.
Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un’improvvisa stravaganza.
di Franco Fortini
Quando dalla vergogna e dall’orgoglio.
avremo lavate queste nostre parole.
Quando ci fiorirà nella luce del sole
quel passo che in sonno si sogna.
via Italian Poetry
Immagine: Ivan Casañ
di Robert Frost
Io sono uno che ha conosciuto la notte.
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
Ho oltrepassato l’ultima luce della città.
Io sono andato in fondo al vicolo più tetro.
Ho incontrato la guardia nel suo giro
ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.
Io ho trattenuto il passo e il mio respiro
quando da molto lontano un grido strozzato
giungeva oltre le case da un’altra strada,
ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
e ancora più lontano, a un ‘incredibile altezza,
nel cielo un orologio illuminato
proclamava che il tempo non era giusto, nè errato.
Immagine: Mario Ventura, Il campo sotto la luna.
di Eugenio Montale
Esitammo un istante,
e poco dopo riconoscemmo
di avere la stessa malattia.
Non vi è definizione
per questa mirabile tortura,
c’è chi la chiama spleen
e chi malinconia.
Ma se accettiamo il gioco
ai margini troviamo
un segno intelleggibile
che può dar senso a tutto.
di Charles Bukowski
Una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e di roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
di Luigi Balocchi
La casa era tutta uno specchio.
Tutto brillava.
Sui vestiti
non avevo una macchia.
I capelli puliti. Lustre le scarpe.
Ero un bravo bambino.
Ero sporco da far schifo.