In mostra la New York di Hopper

Una mostra al Whitney Museum of American Art riunisce molte delle immagini della città ritratta da Hopper, nonché diversi esempi meno noti ma fondamentali. 

da un articolo di
Finestre sull’Arte

Immagine: Edward HopperRoom in New York (1932; Lincoln, Sheldon Museum of Art)

Per Edward Hopper, New York era una città che esisteva nella mente oltre che sulla mappa, un luogo che prendeva forma attraverso l’esperienza vissuta, la memoria e l’immaginario collettivo.
“La città americana che conosco meglio e che mi piace di più”, dichiarò in tarda età.

A New York ha vissuto per quasi sei decenni (dal 1908 al 1967), un periodo che abbraccia quasi tutta la sua carriera.

Edward Hopper, New York Office, 1962

La New York di Hopper non era un ritratto preciso della metropoli del ventesimo secolo. Durante la sua vita, la città ha subito un enorme sviluppo: i grattacieli hanno raggiunto vette da record e la popolazione, sempre più diversificata, è esplosa; nonostante ciò le sue raffigurazioni della città sono rimaste a misura d’uomo e per la maggior parte disabitate.
Evitando lo skyline della città e i punti di riferimento pittoreschi, come il ponte di Brooklyn e l’Empire State Building, Hopper ha rivolto la sua attenzione verso gli angoli più sconosciuti e fuori mano, affascinato dal legame tra vecchio e nuovo, civico e residenziale, pubblico e privato, che ha catturato i paradossi di una città in forte cambiamento.

La New York di Edward Hopper offre uno sguardo completo sulla vita e sull’opera dell’artista stesso: dalle sue prime impressioni di New York in schizzi, stampe e illustrazioni, ai suoi ultimi dipinti, in cui la città faceva da sfondo.
Grazie a opere appartenenti alle collezioni del Whitney e a importanti prestiti, la mostra riunisce molte delle immagini della New York di Hopper, nonché diversi esempi meno noti ma di fondamentale importanza. Documenti come lettere, fotografie e diari sono in prestito dal Sanborn Hopper Archive, recentemente acquisito dal museo.

Edward Hopper, New York Restaurant


Per info: https://whitney.org/

La mostra Edward Hopper’s New York, a cura di Kim Conaty, Steven e Ann Ames, sarà aperta fino al 5 marzo 2023.

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4 risposte a "In mostra la New York di Hopper"

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  1. Hopper per me era ed è stato un grande artista, nessuno più di lui rendeva palpabili certi sentimenti o atmosfere sempre in bilico, sospese tra due mondi.
    Quello che purtroppo mi disturba è la sia eccessiva “volgarizzazione”. Mi spiego meglio: come quando c’è il libro famoso del.momento e tutti lo leggono ed io non sono mai riuscita (meglio, non ho mai voluto) leggerlo al momento giusto. Questa pressione sociale mi rendeva antipatico il libro. Ecco, Hopper mi è diventato antipatico per lo stesso motivo. Lo trovi ovunque, ne parla anche chi non ha mai avuto la pazienza di leggersi una pagina di arte.
    Lo so, posso sembrare snob, ma non lo sono.
    Grazie per il tuo articolo.

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    1. Se ti consideri snob, lo sono anche io. Mi colpisce molto il tuo rifiuto del “momento giusto”, perché è esattamente quello che è sempre accaduto anche a me. Il tipo di pressione di cui parli allontana molte persone da autori, artisti, ecc. Nel calderone dei “sovraesposti” ci è finito anche Hopper, sono d’accordo, e ha stufato anche me. In fondo, è un artista “facile”. In questo caso, non per giustificarmi, ho pubblicato il post sulla mostra perché sono molto interessata al tema della città e non sapevo che ci si fosse dedicato tanto. Lo ricordavo (sempre tenendomene piuttosto alla larga) per lavori di altro genere.

      Piace a 1 persona

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