Clima e attivismo: prima Londra, ora Posdam

Il 14 ottobre Just Stop Oil ha imbrattato con salsa di pomodoro una versione dei Girasoli di van Gogh alla National Gallery di Londra. Ieri Last Generation ha lanciato puré di patate sul Pagliaio di Monet al Museo Barberini di Potsdam, Germania: il dipinto, però, non era protetto da un vetro.

Il Post, 17 ottobre 2022
dissapore, 24 ottobre 2022

Immagine: Just Stop Oil.

Il Post si chiedeva:
“Imbrattare i ‘Girasoli’ aiuta la causa ambientalista?” E aggiungeva “Il gesto dimostrativo di due attiviste ha attirato molte critiche, ma le azioni radicali e non violente hanno tutta una loro importanza”.

Il quadro di Van Gogh era protetto da una lastra di vetronon ha subìto danni, se non per qualche lieve macchia alla cornice in legno. Le due attiviste sono state arrestate poco dopo l’atto dimostrativo e il quadro è stato ricollocato al proprio posto alcune ore dopo essere stato ripulito e controllato per la presenza di eventuali danni.
Just Stop Oil ha fatto poi sapere che prima di lanciare la salsa di pomodoro le attiviste si erano assicurate che la protezione in vetro fosse sufficiente, in modo da non rovinare in modo permanente il quadro di Van Gogh. Le immagini erano però intanto circolate molto online, suscitando l’indignazione di moltissime persone […]. Anche quando era diventato evidente che il quadro non avesse subìto danni, le critiche sono comunque proseguite: secondo molti imbrattare un’opera d’arte non è una scelta condivisibile per portare avanti istanze, anche molto importanti come quelle per la preservazione dell’ambiente.
[…] È difficile valutare quanto e se l’imbrattamento alla National Gallery abbia comunicato qualcosa delle importanti istanze sostenute dalle attiviste, ed eventualmente se lo abbia fatto nella maniera giusta.
È molto probabile che, a diversi giorni di distanza dall’episodio, in pochi sappiano che Just Stop Oil stesse protestando contro «l’inazione del governo» britannico nell’agire contro il carovita e la crisi climatica, e che in particolare la protesta riguardasse «una nuova serie di concessioni per il petrolio e il gas».
Sul Washington Post, il critico d’arte Philip Kennicott ha scritto: «È ridicolo attaccare l’arte nel nome della sopravvivenza […]».
Kennicott conclude riconoscendo che «lanciare dalla salsa di pomodoro a un Van Gogh non mi farà sentire più appassionato al salvataggio del nostro pianeta, né mi aiuterà a pensare in modo più pragmatico a che cosa dovremmo fare. Ma capisco perché i giovani, avendo davanti lo scenario della loro stessa distruzione, cerchino un modo per farsi notare per dirci: smettiamola di buttare via tutto quanto».”

L’articolo cita anche quanto scritto sul New York Times e parla anche degli dei gruppi Extinction Rebellion e Ultima Generazione.


Di questi ultimi, protagonisti del lancio del puré di patate sul Pagliaio di Monet, parla invece l’articolo di dissapore di oggi, 24 ottobre:

“Eh niente, ci hanno preso gusto: gli attivisti-ambientalisti sono tornati a colpire. Questa volta hanno deciso di recarsi in Germania e lanciare del purè di patate contro il quadro Il Pagliaio di Monet, custodito al Museo Barberini di Posdam. Solo che, a differenza di quanto capitato con la zuppa di pomodoro scagliata contro i Girasoli di Van Gogh, questa volta il dipinto non era protetto da un vetro [rettifica del 2 novembre 2022, da FACTA del 24 ottobre].
In questo periodo gli attivisti hanno deciso di protestare contro il cambiamento climatico danneggiando diverse opere d’arte. In questo specifico caso si è trattato di due membri del gruppo Last Generation.
Come da prassi, poi, si sono incollati alla parete al di sotto del quadro (almeno, uno dei due lo ha fatto) e hanno cominciato a protestare sostenendo che la gente di preoccupi più di un quadro imbrattato che di chi muore di fame o dei cambiamenti climatici (ok, sorvolo sulla sindrome da benaltrismo e sul fatto che ci si possa preoccupare di più cose contemporaneamente, anche in ambiti diversi, senza per questo dover andare in giro a danneggiare opere d’arte per dimostrare il proprio punto di vista).
Poi hanno chiesto ai politici di mettere in atto misure efficaci per limitare il cambiamento climatico. Questa volta, però, l’hanno fatta grossa: il quadro in questione non era protetto da un vetro, motivo per cui Carolin Stranz, portavoce del museo, ha dichiarato che deve essere ancora valutata l’entità dei danni.”

I due attivisti sotto al quadro di Monet appena imbrattato con del purè. Immagine: ANSA.
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3 risposte a "Clima e attivismo: prima Londra, ora Posdam"

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  1. Io sarò antica, ma in questo atteggiamento ci vedo tanta ignoranza e mancanza di rispetto, e anche un bel po’ di strafottenza, visto che si mettono in posa per farsi riprendere, orgogliosi del loro operato.

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