L’universo dissacrante dei fumetti di Altan

da un articolo di Alex Urso
Atribune, 3 ottobre 2022

Altan sbaglia una vignetta su cento, come quelli che sparano alle Olimpiadi”, disse una volta Stefano Benni. E così è. In Friuli è stata inaugurata una mostra dedicata al coloratissimo mondo di una delle matite tra le più spregiudicate del fumetto italiano. Un viaggio irriverente e corrosivo.

Immagine: Altan, per “Sentieri Illustrati”.

Peso massimo del fumetto nazionale, Francesco Tullio Altan, classe 1942, lascia la sua scrivania da disegno per occupare, dall’8 ottobre al 27 novembre, gli spazi della Galleria Sagittaria di Pordenone. Succede grazie a un’importante retrospettiva dedicata alla longeva e coloratissima produzione dell’artista, matita corrosiva, pungente e sempre raffinata della memoria collettiva italiana. 
Noto per le sue vignette al vetriolo su La Repubblica, Altan è stato e continua a essere il “padre” di molte delle icone più amate del fumetto nostrano: il metalmeccanico Cipputi, Kamillo Kromo, il Pettirosso Pippo ma soprattutto lei, Pimpa, paladina di un mondo semplice, dove la curiosità regna e il dolore non vince mai.

Courtesy Altan, per mostra “Sentieri Illustrati”.

La mostra: “Francesco Tullio Altan. Pimpa e i suoi amici”.

Accompagnata da una miriade di altri volti, la celeberrima cagnolina sarà ovviamente la regina del percorso espositivo proposto all’interno della mostra, curata da Silvia Pignat e Angelo Bertani.
Inserita nell’ambito della 14esima edizione del festival Sentieri Illustrati – l’annuale appuntamento con l’illustrazione per l’infanzia – la rassegna, dal titolo Francesco Tullio Altan. Pimpa e i suoi amici, sceglie come fil rouge proprio la simpatica cagnetta a pois, a partire dalla grande installazione iniziale destinata ai piccoli lettori. 

Courtesy Altan

Nell’atrio che precede la galleria, insieme alla biografia di Altan (che lo scorso 30 settembre ha raggiunto le 80 primavere), saranno inoltre presentate alcune delle vignette del “dio maldestro” Trino e dell’iconico Cipputi: fulminanti microstorie che hanno reso celebre lo stile essenziale del disegnatore e la sua capacità di restituire pregi e difetti umani in formato vignetta. 
Infine, negli ambienti della Sala Zuzzi, il pubblico entrerà nel laboratorio creativo di Altan: su una parete sarà esposta la celebre storia in cui Armando scopre la Pimpa fra le fronde di un cespuglio, affiancata negli stessi spazi da alcuni storyboard, tavole originali e bozzetti per osservare in maniera ravvicinata le varie fasi del processo creativo dell’artista.

Courtesy Altan

La curiosità è la dote principale della Pimpa. Quella che le permette di scoprire di volta in volta nuove cose, di esplorare nuovi mondi, di farsi tanti nuovi amici”. “Non ha certo paura di ciò che è insolito, anzi è sempre pronta a esplorare e a entrare in contatto diretto e sincero con coloro che appaiono cordiali e disponibili. Con tutti loro va alla scoperta di dimensioni fantastiche, che colorano di ulteriore senso la realtà, anche quella minima e quotidiana: così una vecchia poltrona l’accoglie per raccontarle una fiaba, il frigorifero le prepara la colazione, il cavallino di una giostra vince con lei una gara all’ippodromo e la placida luna, dopo aver bevuto il latte in sua compagnia, torna in cielo più grande e più luminosa. È Armando che l’ha trovata per caso in un bosco, e ha deciso di ospitarla nella sua casa. Fra loro nasce una simpatia a prima vista, ma la Pimpa è uno spirito libero: vede in Armando un amico gentile, ospitale e generoso, magari a volte anche un po’ noioso con tutto quel suo buon senso. Lei però non sarà mai la sua cagnetta, manterrà sempre quella sua autonomia che le permetterà di scoprire il mondo, avventura dopo avventura. Pimpa ha una visione olistica del mondo: è ecologista integrale in senso stretto, e non occasionale e modaiolo: anzi, per lei il mondo della natura si lega strettamente a quello della cultura.

Angelo Bertani, curatore


La biografia di Altan

Francesco Tullio Altan, semplicemente conosciuto come Altan, nasce a Treviso nel 1942, e compie i primi studi prima a Bologna e poi a Venezia, dove frequenta la Facoltà di Architettura.
Alla fine degli Anni Sessanta è a Roma, dove lavora come scenografo e collabora anche per il cinema e la televisione come sceneggiatore.
Le sue prime vignette e illustrazioni vengono pubblicate dal mensile per soli uomini Playmen.
Trasferitosi a Rio de Janeiro nel 1970 lavora nel cinema brasiliano.
Nel 1974 inizia la collaborazione regolare come cartoonist con giornali italiani e, tornato in patria nel 1975, si stabilisce prima a Milano, poi ad Aquileia. È in questo anno che nasce la Pimpa, la cagnolina a pois rossi amatissima dai bambini.
I suoi primi fumetti per adulti appaiono su Linus, giornale del quale sarà per anni collaboratore permanente; le sue famose vignette di satira politica vengono pubblicate da TangoSmemorandaL’Espresso e il quotidiano La Repubblica. Dal 1977 ha pubblicato numerosi libri e romanzi a fumetti.
A partire dal 1992 ha illustrato tutta la serie dei romanzi e racconti di Gianni Rodari.
Nel 2001 vince il Premio È giornalismo, assegnatogli da Giorgio Bocca e Enzo Biagi “perché le sue vignette, con una capacità di informazione e una sintesi straordinarie, assumono un’importanza non inferiore a un articolo di fondo”.

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