A trent’anni dalla morte di Francis Bacon

Vanno all’asta venti lotti di opere, tra le quali dipinti piuttosto rari, un tappeto, fotografie e lettere di questo grande artista, “unico nel suo genere”, “un gigante della storia dell’arte del XXI secolo”.

da un articolo di Kim Willsher
The Guardian, 21 settembre 2022

Immagine: Bruce Bernard.

Era solo un adolescente quando andò a Parigi per sfuggire alla scuola e a un padre autoritario e omofobico che lo aveva cacciato di casa.
Sebbene quel soggiorno sia stato breve, Bacon tornerà due anni dopo nella capitale francese, dove resterà affascinato dalle opere di Picasso, Rodin, Degas e Monet.
A proposito dei lavori di Picasso, successivamente avrebbe dichiarato: “In quel momento ho pensato che avrei provato a dipingere anche io”.
Di nuovo a Londra, Bacon diventò un architetto d’interni.
Tuttavia, iniziò una relazione durata tutta la vita con Parigi, dove sarebbe tornato spesso per poi stabilirvi il suo studio nel quartiere del Marais, dove visse dal 1975 al 1987.

Ora, per celebrare l’anniversario dei trent’anni dalla morte dell’artista il 28 ottobre 1992, uno dei maggiori collezionisti, il filantropo di Monaco Majid Boustany, fondatore della Francis Bacon MB Art Foundation, ha deciso di mettere in vendita alcuni pezzi rari.

Una rara cartolina firmata da Francis Bacon, 1934. Sotheby’s/ArtDigital Studio

Il pezzo forte è il quadro del 1949 Figure Crouching, la prima opera sopravvissuta della lunga serie di soggetti ritratti accovacciati, ai quali si dedicò fino agli anni Settanta, il cui valore potrebbe raggiungere i 5 milioni di euro.
Un altro dei venti lotti è un tappeto tessuto a mano che risale ai tempi in cui Bacon lavorava come architetto d’interni.
Guillaume Mallecot, il supervisore dell’asta del 24 ottobre per Sotheby’s, sostiene che l’artista ne abbia prodotti venti tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, ma che oggi si ritiene ne siano rimasti solo sette. “Non conosciamo bene il lavoro di architetto d’interni di Bacon e pochi esemplari sono sopravvissuti, quindi questo tappeto aggiunge un tocco di magia alla vendita”, ha dichiarato al Guardian.
È in vendita anche un raro dipinto sopravvissuto agli anni Trenta (Bacon distrusse la maggior parte dei suoi primi lavori), il Corner of the Studio, che rivela l’influenza di Picasso, insieme a una cartolina scritta a mano, a una tavolozza coperta di pittura proveniente dallo studio parigino dell’autore – solo tre risalgono a questo periodo – e numerose fotografie in bianco e nero, tra le quali una di Cecil Beaton e una di Don McCullin.

Sotheby’s/ArtDigital Studio

Nel corso della sua vita, Bacon fu molto riservato con i dettagli dei suoi primi anni, censurando i biografi ed eliminando aspetti che non approvava. Tuttavia, ammise che non si sarebbe considerato un artista di successo finché non avesse avuto riconoscimento in Francia, esprimendosi così: “Se ai francesi piaceranno le mie opere, allora sentirò di aver raggiunto, in qualche misura, il successo”.
E questo avvenne. Una retrospettiva del 1971 al Grand Palais è considerata l’apice della sua carriera, l’unico artista vivente – dopo Picasso – a ricevere questo onore. Purtroppo, l’evento fu rovinato dal suicidio del suo compagno George Dyer, due giorni prima, nella loro camera d’albergo.
David Hockney, all’epoca trentaquattrenne e considerato da Le Monde un “giovane rivale” di Bacon, venne da Londra per partecipare all’inaugurazione.
Pensava sempre che gli inglesi non lo capissero, che l’accoglienza di Parigi fosse decisiva per la sua carriera, che era l’unico posto dove un artista del suo calibro potesse ottenere riconoscimento”, dichiarò al tempo Didier Ottinger (curatore della mostra del 2019 Bacon en toutes lettres tenutasi al Centro Pomidou) a Le Monde.

Bacon, Don McCullin. Sotheby’s/ArtDigital Studio

A dimostrarlo, il fatto che fu il presidente Georges Pompidou a inaugurare la retrospettiva del 1971. Margaret Thatcher, invece, avrebbe più tardi definito Bacon “L’uomo che dipinge quei quadri spaventosi”.
Il successo della mostra al Grand Palais spinse Bacon a comprare nel 1974 uno studio in rue de Birague, nel Marais, che mantenne fino al 1987.

Nel presentare la vendita, lo storico dell’arte britannico Martin Harrison, un’autorità sulle opere di Bacon, ha scritto: “Probabilmente l’accoglienza parigina riservata a Bacon negli anni Settanta modificò le opinioni avventate e superficiali dei critici britannici che tendevano a rilevare con leggerezza un evidente declino nei suoi dipinti più tardi. I critici francesi ignorarono queste periodizzazioni soggettive e risposero con intelligenza alle opere più importanti che venivano spesso esposte prima a Parigi”.

Bacon nel suo studio di Battersea, Cecil Beaton, ca. 1960. Sotheby’s/ArtDigital Studio.

Mallecot afferma che malgrado le chiare influenze di altri grandi maestri come Picasso, Bacon resta “unico nel suo genere”. “Non c’è un movimento ‘Francis Bacon’, c’è solo Francis Bacon, un gigante della storia dell’arte del XXI secolo”, conclude.


Tutti i ricavi provenienti dalla vendita andranno alla Francis Bacon MB Art Foundation di Boustany.


Immagini tratte dall’articolo del Guardian.
Altre immagini e informazioni sulla vita dell’artista sono disponibili sul sito di Sotheby’s.

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4 risposte a "A trent’anni dalla morte di Francis Bacon"

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