
La monarchia britannica ha causato danni alle ex colonie e alle persone che vivono nella sua gabbia dorata. È ora di immaginare un futuro diverso.
da un articolo di Nalini Mohabir (*)
The Guardian, 13 settembre 2022
Immagine: via The Guardian.
Io vivo all’incrocio del Commonwealth. Abito in Canada, nella provincia francese del Quebec, ceduta all’Impero britannico nel 1763. Faccio anche parte della diaspora caraibica, dove gli indigeni erano sfruttati per la produzione dello zucchero, a ancora portano le ferite del genocidio, della schiavitù, dei vincoli e del colonialismo.
Per le persone dei paesi precedentemente colonizzati, la monarchia non è un’istituzione neutra: rappresenta il retaggio dei benefici di cui la corona britannica ha goduto a spese delle sue colonie, con un ruolo attivo nella tratta degli schiavi, che Elisabetta I appoggiò finanziariamente. Nel XVII secolo Re Carlo II assicurò l’approvazione reale alla Company of Adventurers of London Trading to the Ports of Africa, che segnò ufficialmente l’inizio della schiavitù transatlantica.

via historyanswers.co.uk
A metà del XX secolo, quando i caraibici invocavano l’indipendenza, il governo britannico, guidato dal Primo Ministro Winston Churchill, inviò navi da guerra nella Guyana britannica, paese membro del Commonwealth, e destituì un governo eletto nel 1953.
Anche dopo l’acquisizione dell’indipendenza, molti paesi caraibici restarono membri del Commonwealth. Quando Grenada fu invasa dagli Stati Uniti nel 1983, il Regno Unito non intervenne.
La monarchia è stata devastante per le ex colonie sia politicamente che economicamente. Ha avuto conseguenze negative anche per quelli che vivono nella sua gabbia dorata. A Re Carlo III è stato richiesto di sposarsi per assicurare un erede alla Corona, poi ha avuto una relazione infelice che alla fine si è spezzata. Il rapporto tra il Principe Harry e Meghan ha subito i commenti razzisti dei tabloid e presumibilmente da membri della famiglia reale, inducendo la coppia a prendere la decisione di lasciare “l’azienda”.
Il Regno Unito e il Commonwealth hanno ora un nuovo re. Barbados ha recentemente preso la storica decisione di liberarsi dai legami rimuovendo la Regina come Capo di Stato. Altri paesi caraibici potrebbero in seguito seguirne l’esempio.
In ambito caraibico, paesi come la Giamaica, le Bahamas e il Belize stanno chiedendo “riparazioni”, e queste richieste hanno subito un’accelerazione dopo la disastrosa visita del Principe William e Kate all’inizio di quest’anno. E non si tratta solo di scuse, ma di giustizia distributiva tra i cosiddetti paesi sviluppati e in via di sviluppo, per rimediare a relazioni unilaterali e diseguali.
Per il ricordo di questi fatti ora che è morta la Regina, potrei essere accusata da qualcuno di parlar male di qualcuno che non c’è più. I media erano invasi da elogi e malinconia. Qualcuno si è concentrato non sulla Regina come rappresentante personale di un impero, ma come una figura leader delle istituzioni politiche (in Canada, ma non solo, i media sembrano preoccuparsi della Banca Centrale: bisognerà cambiare l’aspetto della sua moneta come conseguenza dell’ascesa al trono del nuovo Re?).
Nel suo primo discorso alla Nazione e ai “regni” del Commonwealth, Carlo ha dichiarato che “le relazioni cambiano, l’amicizia continua”. Eppure l’amicizia richiede responsabilità e fiducia, specialmente dove c’è un potere sbilanciato. Sicuramente, nel 2022, 70 anni dopo l’ascesa al trono di sua madre nel 1952, siamo più in grado di comprendere sfumature e dettagli su questi temi. Come potrebbe essere visto un dovere se capissimo che i debiti devono essere pagati e le scuse considerate affidabili? Cosa potrebbe significare l’amministrazione pubblica se capissimo che gli atteggiamenti imperiali e le istituzioni monarchiche devono essere aboliti in vista di un’alternativa per il futuro?
(*) Nalini Mohabir è Professore Associato presso il Dipartimento di Geografia, pianificazione e ambiente alla Concordia University di Montreal.
Eh direi, oltre a8 gove4n8 anche la monarchia è tutto un magna magna 😌
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