Una ‘crisalide’ nel passato di Saturno

Come mai gli anelli di Saturno sarebbero più giovani del pianeta? Ce lo spiega un nuovo studio di Science.

Valeria Guarnieri, 15 settembre 2022
da Agenzia Spaziale Italiana

Immagine: Saturno con alcune delle sue lune visto da Cassini (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Space Science Institute). via Agenzia Spaziale Italiana.

È andata in frantumi circa 160 milioni di anni fa e l’evento traumatico di cui è stata protagonista avrebbe lasciato un segno permanente sul sesto pianeta del Sistema Solare: si tratta di un’antica luna di Saturno, ribattezzata dagli scienziati Chrysalis, da cui avrebbero avuto origine sia gli anelli sia l’inclinazione che caratterizzano Saturno.

Ad affermarlo è uno studio appena pubblicato su Science (articolo: “Loss of a satellite could explain Saturn’s obliquity and young rings”); l’indagine, basata sui dati della sonda Nasa-Esa-Asi Cassini e su simulazioni informatiche, è stata coordinata dal Dipartimento di Scienze Planetarie del Mit.

Gli anelli del pianeta sono uno dei suoi maggiori tratti distintivi e si sarebbero formati in tempi piuttosto recenti, da un punto di vista astronomico: circa 100 milioni di anni fa. Il perché di questa giovane origine è ancora poco chiaro, così come l’inclinazione dell’asse del corpo celeste e la particolare orbita di Titano, la luna più grande tra le 82 che accompagnano Saturno.

Il gruppo di lavoro, utilizzando i dati di Cassini, ha cercato di proporre una soluzione adeguata a questi tre rebus e l’ha trovata nella distruzione della luna Chrysalis. Secondo gli studiosi, questo satellite naturale – ad un certo punto – sarebbe diventato instabile e si sarebbe trovato a passare pericolosamente vicino a Saturno. Questa ‘manovra’ azzardata sarebbe stata fatale: la luna sarebbe stata distrutta dalle forze mareali del pianeta e i suoi frammenti avrebbero dato luogo ai celebri anelli, che apparentemente risultano più giovani rispetto al pianeta.
Ed è proprio in relazione agli anelli che gli esperti hanno scelto il nome Chrysalis per questa luna sfortunata. Infatti, Jack Wisdom (docente presso il Mit e primo autore dell’articolo) ha così commentato: «Questo satellite naturale è rimasto a lungo dormiente proprio come la crisalide di una farfalla. Poi improvvisamente è diventato attivo e sono apparsi gli anelli».

La disgregazione di Chrysalis, inoltre, avrebbe provocato un incremento nell’eccentricità dell’orbita di Titano e quindi l’inclinazione dell’asse di Saturno. Gli scienziati, infatti, hanno cercato di delineare un possibile meccanismo per spiegare la vicinanza di Saturno alla risonanza orbitale con Nettuno; gli autori del saggio, per corroborare la loro teoria, ritengono che siano necessarie ulteriori ricerche centrate soprattutto sul momento di inerzia polare del ‘signore degli anelli’.

Come dimostra questo studio, i dati di Cassini rappresentano ancora una preziosa fonte di informazioni per la comunità scientifica – a quasi cinque anni dal termine della missione. Lanciata il 15 ottobre 1997Cassini ha raggiunto Saturno dopo 7 anni di viaggio, durante i quali ha percorso oltre 3 miliardi e mezzo di chilometri, inserendosi nell’orbita del pianeta il 1° luglio 2004. Superata brillantemente la ‘maggiore età’, la sonda è stata attiva fino al 15 settembre 2017.

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