
Una mostra alla National Gallery of Art di Washington è il frutto degli studi condotti dai ricercatori durante il lockdonwn. E per scoprire “Cosa rende veramente un Vermeer”, sono stati analizzati anche dipinti falsi in passato attribuiti al pittore olandese.
da un articolo di Desirée Maida
Artribune, 27 agosto 2022
La mostra che il prossimo 8 ottobre inaugurerà alla National Gallery of Art di Washington, un progetto espositivo intitolato Vermeer’s Secrets, svela i segreti della pittura di Johannes Vermeer (Delft, 1632–1675), tra gli artisti più influenti e affascinanti del XVII secolo. Curatori, conservatori e scienziati del museo statunitense hanno infatti studiato a fondo, penetrandone ogni strato di pittura, le opere di Vermeer custodite alla Galleria, servendosi delle più sofisticate tecnologie sperimentate da due dei massimi esperti dell’imaging scientifico, John K. Delaney e Kathryn A. Dooley.
La National Gallery of Art conserva di Vermeer 4 delle 35 opere di lui note nel mondo, tra cui il dipinto di Fanciulla con cappello rosso datato tra il 1666 e il 1667. Gli studi condotti dal museo hanno portato all’analisi non solo delle opere del pittore olandese, ma anche di due falsi del XX secolo – The Lacemaker e The Smiling Girl, entrambi entrati a fare parte della collezione del museo nel 1937 come parte della donazione di Andrew Mellon – con lo scopo di capire “cosa rende Vermeer un Vermeer”. Inoltre, i ricercatori hanno analizzato un dipinto attribuito a Vermeer, sebbene la sua paternità sia stata sempre dibattuta, dal titolo Ragazza con flauto, e il risultato dei loro studi sarà rivelato solo prima dell’apertura della mostra.
Vermeer’s Secrets spinge i visitatori a svolgere il ruolo di detective dell’arte, invitandoli a unirsi ai nostri storici dell’arte, conservatori e scienziati nello studio delle opere e nello scoprire quali storie raccontano le opere. I dipinti della National Gallery di Johannes Vermeer rappresentano alcuni dei gioielli della nostra collezione e, grazie a questo talentuoso team di collaboratori e alla loro ricerca all’avanguardia, abbiamo una maggiore comprensione di questo maestro olandese e del suo processo artistico.
Kaywin Feldman, direttore della National Gallery of Art.
Washington DC. Dall’8 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023
Vermeer’s Secrets
National Gallery of Art
Vermeer dipingeva utilizzando la cosiddetta camera obscura, pochi altri lo facevano. Tutti però la usavano per aiutarsi a riprodurre correttamente distanze e grandezze, lui invece copiava il più fedelmente possibile quello che il vetro mostrava. Il vetro dell’epoca non era certamente come quello di oggi e mostrava tanti piccoli dettagli fatti di piccoli riflessi, opacità, diffrazioni, eccessive luminanze dei colori e tanto altro insomma che arricchisce la piccola texture dell’immagine e restituisce una scena originale, diversa e dai dettagli irreali: come già dipinta insomma. Nulla più di un abile artigiano e molto, ma molto meno di un vero artista.
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Cos’è la camera obscura?
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Intendo a quei tempi…
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“Nulla più di un abile artigiano e molto, ma molto meno di un vero artista.”
non sarebbi accusì transciant
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Scusa, domani vado a recuperare l’articolo!
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Scusa, forse non ho capito bene. Non ho trovato quella frase nell’articolo. È un tuo giudizio?
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Una stanzetta oscurata con un piccolo foro, accuratamente disposto, dal quale entravano i raggi di luce che trasportavano su una superfice sulla quale l’artista dipingeva copiando, la scena riflessa dalla luce che era fuori dalla stanza-dispositivo.
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