Solo sale

Motoi Yamamoto: dopo gli esordi dedicati alla pittura astratta la sua visione artistica ha subito una drastica evoluzione quando ha cominciato a creare incredibili labirinti fatti esclusivamente di sale.

inexhibit, 10 settembre 2021

Immagine: Motoi Yamamoto, Sakura Shibefuru (Fioriture di ciliegio), 2021. Museo d’arte della città di Setouchi.

Nato nel 1966 vicino a Hiroshima, Motoi Yamamoto è un artista decisamente poco convenzionale. Dopo gli esordi dedicati alla pittura astratta la sua visione artistica ha subito una drastica evoluzione agli inizi degli anni 2000, quando ha cominciato a creare incredibili labirinti fatti esclusivamente di sale.

Da anni, Yamamoto – nato nel 1966 vicino a Hiroshima – era alla ricerca di un linguaggio attraverso il quale rivivere ed esprimere il ricordo delle persone scomparse a lui care, in particolare della giovane sorella morta nel 1994 a soli 24 anni. Questo personale linguaggio l’artista giapponese l’ha trovato agli inizi degli anni 2000 combinando un materiale che evoca il ciclo delle cose, il sale marino, con complessi disegni labirintici, sorte di enormi mandala che realizza in solitudine all’interno di chiese e musei. Nella cultura giapponese, e in particolare nello Shintoismo, il sale è simbolo di purificazione ed è utilizzato nei rituali religiosi e in particolare durante i funerali.

Molti dei miei lavori sono installazioni composte da motivi geometrici fatti di sale. Stando seduto sul pavimento a disegnare per lunghe ore, forse cerco di conservare ricordi che svaniscono col tempo. Creo opere d’arte come difesa contro l’istinto di autoconservazione che mi porterebbe a dimenticare, cercando un modo plausibile per accettare la separazione. (…) Ho cominciato ad usare il sale come simbolo di purificazione e pulizia, ma ero anche fortemente attratto dal suo candore, dalla la sua flebile trasparenza. (…) In più, il sale di cui sono fatti i miei lavori può essere stato parte della nostra vita già in passato. Quando ho iniziato a sviluppare queste idee, ho cominciato a concepire il sale come una sorta di contenitore di “memoria della vita.

Motoi Yamamoto

Dopo aver passato un tempo che può andare da alcuni giorni a varie settimane realizzando i suoi intricati motivi, al termine della mostra Yamamoto invita il pubblico presente a “distruggere” le sue opere, prelevando una manciata di sale e impegnandosi a gettarla in mare non appena possibile, in modo da ricominciare il ciclo naturale della materia restituendola al luogo da cui era stata presa.
Yamamoto ha inaugurato questa usanza nel 2006, con l’installazione Labirinto, introducendola come parte di un progetto che ha chiamato Ritorno al Mare; da allora l’ha ripetuta varie volte in giro per il mondo sperimentando al contempo tipi diversi di pattern.

Tutte le immagini: courtesy Motoi Yamamoto. via inexhibit

8 risposte a "Solo sale"

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    1. Sì, davvero. E, a parte l’aspetto artistico, c’è anche quello simbolico.
      Ho molto gradito (se così si può dire) la tua poesia di oggi.
      Oggi è per me un giorno molto brutto.
      Mia madre è morta ieri dopo due mesi di sofferenze atroci, di cui l’ultimo da sola, e la tua poesia è arrivata a “fagiolo”.

      Piace a 1 persona

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