Varie dal mondo delle arti

Controllare per non essere monitorati: Paolo Cirio. Giuliana Storino tra installazioni, ologrammi e tecnologia. Leone d’Oro alla carriera al coreografo Saburo Teshigawara, e Jacopo Tissi primo ballerino italiano a diventare étoile del Bolshoi.

Immagine: Mihály Zichy, Teatro Bolshoi, 1856; via Wikimedia Commons


Irene Tondelli, 25 dicembre 2021

Modena. Paolo Cirio (Torino, 1979) affronta gli aspetti più controversi della società dell’informazione e all’utilizzo che le grandi corporation fanno dei big-data a scapito delle soggettività sociali. Un’attività a cavallo tra arte, etica e attivismo che si divide tra incursioni nella street art, sabotaggi e hackeraggi di svariate forme di sorveglianza, per mettere in luce i pericoli e le dinamiche che spesso si celano dietro le nuove tecnologie.
Con la torre panottica Iris, formata da otto stampe di iridi che l’artista ha modificato per sovvertire il meccanismo di riconoscimento tramite scansione oculare, Cirio suggerisce “lenti a contatto” in grado di impedire l’identificazione del soggetto monitorato.
Gli Street Ghosts, poster a grandezza naturale di passanti estrapolati da Google Street, fanno da contraltare alle stampe di Overexposed, immagini riprodotte dall’artista con la tecnica dello “Stencil HD” che ritraggono alti funzionari di servizi segreti statunitensi reperiti su piattaforme pubbliche in Internet e originariamente affissi ai muri nelle strade di numerose città.
Face to Facebook riassume il titanico lavoro che l’artista ha compiuto per realizzare Lovely-Faces.com, un sito di incontri creato ad hoc per il progetto, appropriandosi di un milione di profili Facebook e servendosi di algoritmi. La controversa operazione è documentata da una serie di lettere indirizzate all’artista e visibili in mostra, tra cui la denuncia da parte di Facebook e messaggi di solidarietà unite a minacce degli utenti.
In Obscurity tratta il tema del diritto all’oblio negli Stati Uniti. Per il progetto, 10 milioni di foto segnaletiche di persone arrestate sono state sfocate e i loro nomi mescolati per renderne impossibile l’identificazione. Capture, legata alla battaglia per mettere in guardia dai rischi dell’utilizzo del riconoscimento facciale, si è tradotta in una campagna che ha raccolto più di 50mila firme e successivo riscontro della Commissione Europea.
Con le sua pratica profanatoria delle forme di sorveglianza, l’artista suggerisce una doppia lettura del Monitoring Control. Se da un lato pone l’attenzione sul potere esercitato da chi detiene i big data, dall’altra invita a una presa di coscienza e a sviluppare forme di resistenza al fenomeno.

Paolo Cirio
Iris, 2021
Street-Ghosts, 2021
Overexposed, 2015
Face to Facebook, 2011
Obscurity, 2016-18
Foto: Rolando Paolo Guerzoni


Giuliana Storino, U mano mano umano umanità, 2021 (scritta realizzata con 9 calchi in gesso in lingua LIS)

Marilena Di Tursi, 26 dicembre 2021

Bari, Museo Archeologico di Santa Scolastica. La personale Il sole è nuovo ogni giorno di Giuliana Storino (Manduria, 1986) è la prima nella sua terra d’origine e ambienta alcuni dei suoi ultimi lavori in un complesso monumentale saturo di memorie e stratificazioni del passato. Prende il titolo da Eraclito e ne recepisce il senso, quello di un’esperienza che è sempre nel presente.
Su questa traccia, il rapporto con il luogo avviene attraverso proiezioni, ologrammi e installazioni, con supporti tecnologici che spostano sapientemente i confini tra naturale e virtuale. A partire dalla mano, strumento risolutivo nella gerarchia tra animali e umani e responsabile del lungo cammino evolutivo, dalla preistoria a oggi. La sua mano operosa, per esempio, ordisce trame generate da sottili strisce adesive, filamenti monocromi disposti su supporti cartacei per comporre eleganti canovacci geometrici. Con l’aiuto del digitale, la mano è in grado di riprodursi in sequenze multiple, trattenute in traiettorie serpentine, simili a vertebre estratte da pellicole radiografiche.
Un frastornante canto di cicale, nell’installazione Cicàdidi, si anima visivamente con nastri oleografici penzolanti, dove la luce riverbera e invade lo spazio in iridescenti tonalità. Storino ha registrato in Puglia il frinire delle cicale nell’arco di un giorno fissandolo in una struttura 3D che riporta, anche materialmente, il suono in un’unica traccia grafica. Chiudono il percorso espositivo, gruppi di colonne metalliche rivestite di olografie cangianti, tautologicamente in dialogo con quelle antiche, immerse nelle aspre e desolate sonorità dei Radiohead.

Giuliana Storino
Cicàdidi, la cadenza della vita, 2021, stampa su carta retroilluminata
Cicàdidi, la cadenza della vita, 2021, elaborazione digitale e sound, stampa su carta retroilluminata
Cicàdidi, la cadenza della vita, 2021, dettaglio
Cicàdidi, la cadenza della vita, 2021, stampa 3D PLA


Chiara Pirri, 12 gennaio 2022

Biennale Danza di Venezia. Il prestigioso premio va a Saburo Teshigawara (Tokyo, 1953) per “il suo spirito pionieristico, la sua immensa tecnica e la sua padronanza di mezzi danno luogo a lavori che oltrepassano i confini scivolando attraverso i generi”. Questo artista d’eccezione ha creato un linguaggio originale che rende in sé irriconoscibili le tradizioni di riferimento e che travalica linguaggi e generi, dando vita ad una cifra artistica riconoscibilissima ma mai ripetitiva.
Quella di Teshigawara è una scrittura coreografica che si applica ai corpi tanto quanto agli aspetti plastici della scena, mentre le sue opere pongono un’attenzione sempre particolare al suono e alla musica.
In Glass Tooth (visto al Romaeuropa festival nel 2009), due corpi danzano su un pavimento di vetri rotti, che fungono da elemento di disturbo e allo stesso tempo da cassa di risonanza del movimento.
I corpi nei suoi spettacoli spesso non si incontrano, anche in quelli che potrebbero sembrare dei duetti; al pas de deux del balletto occidentale Teshigawara preferisce una danza solitaria anche in compagnia, in cui l’occhio di ogni interprete sembra rivolto ad uno sguardo interiore, meditativo quasi, che sembra riportare ad una tradizione orientale.
Gli stilemi della danza orientale, del butoh come del teatro No (riconoscibile nella particolare espressività dei volti dei danzatori), si uniscono alle pratiche occidentali nella danza del coreografo giapponese. 
In Flexible Silence, le linee che dalle anche giungono ai piedi procedono sempre parallele, in contrasto all’apertura dell’en dehors alla base della tradizione occidentale, le mani e le dita disegnano origami nell’aria, i movimenti sono radenti, mai finalizzati all’elevazione né al salto.

Teshigawara, © Akihito Abe
Flexible Silence. Foto: Bengt Wanselius
Flexible Silence. Foto: Kotaro Nemoto


Giulia Giaume, 12 gennaio 2022

Dopo aver danzato nel ruolo del Principe dello Schiaccianoci di Yuri Grigorovich, il 31 dicembre scorso, per Jacopo Tissi è arrivata la nomina a Principal Dancer del Teatro Bolshoi di Mosca, il più prestigioso della Federazione Russa e tra i migliori al mondo per il balletto, da parte del direttore Makhar Vaziev: “un traguardo straordinario per un talento riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ed è un altro importante riconoscimento per la danza italiana che deve essere sostenuta con impegno”, ha commentato Franceschini. Le prime rappresentazioni in cui Tissi inaugurerà il nuovo titolo di étoile sono la Raymonda e il Lago dei cigni, nel mese di gennaio.
Sono in molti ad aver visto in Tissi l’erede spirituale di Roberto Bolle, étoile della Scala e – primo al mondo a tenere le due cariche contemporaneamente – Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York, nonché Guest Artist al Royal Ballet. Pavese di nascita, della città di Landriano, il giovane ballerino classe 1995 si era diplomato a Milano con i maestri Maurizio Vanadia e Leonid Nikonov. Aveva già danzato al Vienna State Ballet ed era diventato solista aggiunto alla Scala proprio sotto la direzione di Makhar Vaziev. Diplomato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala nel 2014, Tissi era diventato pochi anni dopo, nel 2017, il primo italiano a essere ammesso nel corpo di ballo del Bolshoi . La sua luminosa carriera, cominciata da pochi anni, è già all’apice del tempio mondiale del balletto.

Jacopo Tissi, via Facebook

2 risposte a "Varie dal mondo delle arti"

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