Sui falsi e l’avanguardia russa

Sembrano uguali, ma il quadro a sinistra appare pesante, con gradazioni di colori meno curate e il tocco meno vario: è un falso. A destra, Painterly Architectonic (1917) di Liubov Popova: cubista e suprematista attiva nei primi anni del XX secolo a Mosca.

da un articolo di Madeleine Schwartz 
APOLLO, The International Art Magazine
16 gennaio 2021

Mostra: Russian Avant-Garde at the Museum Ludwig: Original and Fake – Questions, Research, Explanations’. 
Foto: Rheinisches Bildarchiv, Cologne/Chrysant Scheewe

I dipinti sono stati esposti alla mostra ‘Russian Avant-Garde at the Museum Ludwig: Original and Fake – Questions, Research, Explanations’ [“Avanguardia russa al Museo Ludwig. Originali e falsi. Domande, ricerca, spiegazioni”] fino al 7 febbraio scorso a Colonia. Le opere dell’avanguardia russa – eseguite tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento – sono molto ricercate nel mercato dell’arte: un dipinto di Kazimir Malevich fu battuto all’asta da Christie’s nel 2018 per 86 milioni di dollari. Ma ci sono in giro anche molti falsi, e questa mostra – frutto di attente analisi – intende proporsi come un’esperienza formativa.

Molto del lavoro di ricerca svolto dal team del museo mira specificamente all’esame dei materiali usati: fibre sintetiche come nylon e acriliche sono rilevabili grazie alla presenza di micro-particelle che permettono di datare facilmente i dipinti. […]


Supremus No. 38 (1916), Kazimir Malevich. Museum Ludwig, Colonia.
Foto: Rheinisches Bildarchiv, Cologne

I quadri del cosiddetto Movimento di avanguardia russo sono sempre piaciuti in Occidente. Come racconta il critico Konstantin Akinsha nel catalogo della mostra, all’inizio dell’era sovietica ‘i diplomatici scambiavano volentieri […] jeans, LP americani, bottiglie di whiskey’ con imitazioni di quadri. Un collezionista descriveva come l’ottima qualità dei falsi di Kandinsky disorientassero anche la sua vedova. Il passaggio, alla fine degli anni ’60 del Novecento, dall’arte ‘sovietica’ a quella dell’avanguardia ‘russa’ permise di eliminare le tracce di radicalismo da queste opere.

Anche la vendita di questi falsi è cambiata nel tempo. Uno degli aspetti più importanti di questa mostra riguarda il flusso di arte “d’avanguardia” verso l’Occidente, che creò una scuola d’arte che esisteva solo nella mente dei collezionisti occidentali. […]


Suprematismo (1921-22), precedentemente attribuito a to Kliment Redko. Museum Ludwig, Colonia.
Foto: Rheinisches Bildarchiv, Cologne.

I curatori della mostra non intendono stabilire definitivamente che siano presenti dei falsi. Infatti, ogni quadro è accompagnato da una serie di dettagli sulla composizione, lo stile, le screpolature (queste ultime non sono tuttavia indicative, poiché gli avanguardisti russi giocavano con lo spessore e la composizione).

‘Non arriveremo mai a una conclusione’, dichiara la curatrice Rita Kersting, con una evasività che potrebbe nascondere motivazioni legali. La Galerie Gmurzynska, che ha venduto centinaia di opere al museo, ha avviato un procedimento legale per vedere i risultati della ricerca prima dell’inaugurazione della mostra, dichiarando al New York Times che l’obiezione principale riguardava l’uso del termine “falso”, ma la richiesta fu respinta.
Il direttore del museo Yilmaz Dziewior sottolinea l’obiettivo della mostra di insegnare ai visitatori ‘come guardare’.


Il Museum Ludwig dal 1976 a oggi

Il Museo fu fondato nel 1976 quando Peter e Irene Lud­wig firmarono con la Città di Colonia un contratto di donazione di 350 opere d’arte moderna (fu inaugurato nel 1986).
Oggi la collezione del museo include opere tra le più significative del Ventesimo secolo e di arte contemporanea.
Nel 1946, l’avvocato Josef Haubrich (1889–1961) donò al museo la sua collezione di arte Espressionista (Erich Heck­el, Karl Sch­midt-Rottluff, Ernst Lud­wig Kirch­n­er, Au­gust Macke, Ot­to Mueller) e altre opere del Modernismo classico (Marc Cha­gall, Ot­to Dix).
Oltre alla donazione dei Lud­wig, arrivarono anche numerose opere dell’Avanguardia russa risalenti al periodo 1905 – 1935 (Goncharo­va, Lari­onov, Ex­ter, Popo­va, Male­vich, Rodchenko), insieme alla più completa collezione di Pop Art presente fuori dagli Stati Uniti.
Nel 1957 la collezione fu arricchita da un gruppo di lavori di Max Beck­mann e, l’anno successivo, il museo acquistò la Wil­li Streck­er Col­lec­tion, che comprendeva – tra le altre – grandi opere di Pab­lo Pi­cas­so, Hen­ri Ma­tisse, Os­kar Kokosch­ka e Paul Klee.
Nel 1994, i Ludwig donarono novanta opere di Picasso alla Città di Colonia, a patto che il Wall­raf-Richartz Mu­se­um fosse ditaccato dal “loro” museo.

Museum Ludwig
Heinrich-Böll-Platz
50667 Köln

10 risposte a "Sui falsi e l’avanguardia russa"

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