
Nel meraviglioso vivaio di termini che abbiamo a disposizione per significare la qualità dell’incolto e del rozzo, lo zotico spicca.
Ha una ruvidità sprezzante, perfino aggressiva, eppure ricercata — e si presta ad essere usato tanto come aggettivo quanto come sostantivo.
Giusto per annusarne alcuni sinonimi e apprezzare la differenza, lo zotico non mostra l’equanimità (autentica o simulata) con cui è bollato l’incolto, né si slancia nelle implicazioni morali dell’incivile; non s’impernia sulla maniera come il cafone né scaturisce da una dimensione sapienziale come l’ignorante. E nemmeno ha i risvolti del rozzo o del grossolano, che hanno la versatilità di applicarsi non solo a persone, ma a lavori e oggetti concreti o ideali — adombrando anche la possibilità di un raffinamento. Al massimo, secondo un uso ormai desueto, si poteva parlare di una tela zotica, nel senso di ruvida al tatto.
Lo zotico è trasversale: investe modi e intelletto, conoscenza e portamento, e ha un profilo quasi genetico. Per ampiezza finisce per essere piuttosto vicino all’idiota — di cui peraltro la ricostruzione etimologica classica (e, per quanto dibattuta, forse ancora la migliore) lo vuole parente.
Infatti, secondo questa ipotesi, si tratterebbe in ultima analisi di un derivato del greco idiotikós ‘proprio del privato cittadino’ (il greco idiótes è proprio il privato cittadino). La privatezza, l’orizzonte stretto con interessi immediati sarebbe il patrimonio genetico dello zotico.
Altri, in modo suggestivo, lo vorrebbero invece derivato del greco zotikós, cioè ‘vitale’ — meno problematico dal punto di vista della continuità fonetica, ma che richiederebbe un salto semantico strano, quasi ironico. Forse gli zotici si godono la vita sanguignamente e in salute, mentre gli eruditi, pallidi e malaticci, si crogiolano in astratte malinconie saturnine?
Quale che sia la verità, oggi, premendoci con grazia il tovagliolo all’angolo della bocca, possiamo risentirci d’essere stati messi a tavola con una masnada di zotici; per un’alta affluenza di gente zotica che rumoreggia facciamo fatica ad apprezzare la mostra d’arte o il concerto; e la mattina dopo ci svegliamo col cruccio d’esserci comportati come zotici.
Zotico
Incivile, rozzo, grossolano
etimo incerto, forse dal greco [idiotikós] ‘proprio del privato cittadino’.
Forse per vaga consonanza, forse per qualche riferimento durante la mia formazione scolare, ho sempre assimilato “zotico” a zappa/zappare… e quindi alla terra.
E’ comunque bello imparare cose nuove! 🙂
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Io invece pensavo alla tua ammiratrice, ahahahqah
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Mi passato pure quello per la mente! 😛
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😂
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Purtroppo ne vedo troppi….
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Mi è capitata sott’occhio proprio in questi giorni in cui si discuteva sul blog di Ale
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Ho immaginato sai?
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Non mi stupisce, chissà perché… 😉
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Già chissà?
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Ma che bello che possiamo chiacchierarci molto felice di questo!
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Occhio, io sono una chiacchierona insopportabile, ahahhahahhaja!
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Idem
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