London Calling

Quarant’anni fa usciva London Calling di The Clash. Il mitico album in una mostra a Londra.

di Desirée Maida 
Artribube, 29 novembre 2019

Esattamente nel dicembre 1979, veniva pubblicato un album che sarebbe passato alla storia della musica, considerato uno dei più grandi dischi rock di tutti i tempi, oltre ad aver lasciato un segno indelebile nella cultura e nella società di quegli anni.
Stiamo parlando di London Calling, terzo album della punk rock band inglese The Clash. In occasione di questo speciale anniversario, al Museum of London è in corso – fino al 19 aprile 2020 – The Clash: London Calling, mostra a ingresso gratuito che presenta una collezione di fotografie, musica, strumenti, taccuini, capi di abbigliamento, video e documenti dell’epoca raccontano così la genesi e il successo di London Calling e il modo in cui Londra abbia influenzato l’opera dei The Clash.
Tra i cimeli in mostra, spiccano il Fender Precision Bass che Paul Simonon fracassò sul palco del Palladium di New York nel 1979; una nota scritta da Mick Jones indicante la sequenza dei brani del doppio album London Calling; uno dei taccuini di Joe Strummer risalente al periodo in cui l’album venne registrato; le bacchette di Topper Headon; le fotografie di Pennie Smith apparse nei dischi di London Calling. Ecco le immagini della mostra.


Il titolo allude alla frase che veniva ripetuta alla stazione radio BBC World Service che nella seconda guerra mondiale trasmetteva nei paesi occupati.
Le parole esprimono la preoccuazione di Strummer sugli eventi mondiali, il riferimento ad un “errore nucleare” è all’incidente a Three Mile Island, dello stesso anno (1979).
Strummer ha detto “Ci sentivamo come se stessimo lottando per non scivolare da una discesa o da qualcosa, attaccandosi con le unghie. E non c’era nessuno che ci potesse aiutare.”
I versi “Londra sta affondando / E io abito vicino al fiume” si riferiscono al fatto che se il Tamigi fosse esondato, la maggior parte del centro di Londra sarebbe stato sommerso, per questo fu costruita una diga (la Thames Barrer).

da antiwarsongs.org


London calling to the faraway towns
Now that war is declared and battle come down
London calling to the underworld
Come out of the cupboard, all you boys and girls
London calling, now don’t look to us
Phony beatlemania has bitten the dust
London calling, see we ain’t got no swing
Except for the ring of that truncheon thing
The ice age is coming, the sun is zooming in
Meltdown expected the wheat is growing thin
Engines stop running but I have no fear

‘Cos London is drowing and I live by the river

London Calling, to the imitation zone
Forget it brother, you can go it alone
London calling to the zombies of death
Quit holding out and draw another breath
London Calling, and I don’t wanna shout
But while we were talking I saw you noddin’out
London Calling, see we ain’t got no highs
Except for that one whit the yellowy eyes
The ice age is coming, the sun is zooming in
Engines stop running the wheat is growing thin

A nuclear error but I have no fear
‘Cos London is drowing and I live by the river

London Calling, yes I was there too
An’ you know what they said …
Well some of it was true !
London Calling, at the top of the dial
An’ after all this, won’t you give me a smile?
I never felt so much a’ like…

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